Un buco con la Siberia attorno

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    22 luglio 2014

    Uno strano buco nel terreno è stato scoperto pochi giorni fa da un elicottero penisola di Yamal, in Siberia, ha acceso la curiosità della comunità scientifica internazionale così come di tanta gente comune che continua a chiedersi da che cosa possa essere stato causato. Una prima spedizione ne ha analizzato i dettagli scattando anche alcune foto. Il cratere, situato nel mezzo della Tundra, ha una forma ovale con un diametro di circa 30 metri e 70 di profondità, con un lago ghiacciato sul fondo e acqua che filtra dalle paresi composte da rocce porose.

    Gli scienziati affermano che “si tratta di un fenomeno naturale“, ma anche che servono ulteriori studi per comprendere la formazione del cratere Yamal, un nome che nella lingua locale significa “la fine del mondo”.

    “Abbiamo preso dei campioni di suolo e di ghiaccio che sono stati poi studiati in laboratorio. Siamo sicuri che il cratere è apparso di recente, forse uno o due anni fa, quindi è una nuova formazione, non stiamo parlando di decine di anni fa”, ha dichiarato al Siberian Times uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio.

    Tra le ipotesi spicca quella del riscaldamento globale. Le ultime due stagioni estive hanno infatti fatto registrare temperature sopra la media e questo potrebbe in qualche modo aver influenzato la formazione del buco. La teoria più accreditata, però, sostiene che il foro sia stato causato da un fattore interno. “Per ora possiamo tranquillamente dire che sotto l’influenza dei processi interni ha avuto un espulsione nel permafrost. Voglio sottolineare che non è stata un’esplosione, ma un’espulsione, quindi quando è successo non c’è stato alcun rilascio di calore”, ha aggiunto l’esperto.

    Le tracce indicano che questo tipo di processo ebbe luogo circa 8.000 anni fa e forse oggi si stanno ripetendo. Se così fosse, potremmo assistere ad un processo naturale straordinario che trasformerà il paesaggio dello Yamal.

    “Non c’era alcuna traccia di impatto nei pressi del cratere o alcun segno di presenza umana, fatta eccezione per pochissime tracce di slitta e, naturalmente, tracce di renne”, aggiunge ancora lo scienziato per sottolineare come sia stata subito esclusa l’ipotesi di un artificio umano.

    Anna Kurchatova, del Scientific Research Center dell’Artico, ritiene invece che il cratere si sia formato da una miscela di acqua, sale e gas (tutti elementi presenti nel terreno) che ha attivato un’esplosione sotterranea a causa del riscaldamento globale. Questo, a sua volta, con lo sciogliendo repentino della superficie ghiacciata ha rilasciato il gas che ha generato un effetto “tappo di bottiglia di champagne”.

    Lo Yamal è una penisola che si protende nelle acque dell’Artico ed è la zona di produzione principale del gas che la Russia fornisce all’Europa.

    www.resapubblica.it/
     
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